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8 storia della decadenza

fervore de’ successori di Costantino. A questa grande fabbrica somministrarono i marmi le isole addiacenti che ne erano provvedutissime; gli altri materiali vennero trasportati dal fondo dell’Europa e dell’Asia; la costruzione de’ pubblici e de’ privati edifizj, de’ palagi, delle chiese, degli acquedotti, delle cisterne, de’ portici, delle colonne, de’ bagni, e degli ippodromi, corrispose nelle dimensioni alla grandezza della Capitale dell’Oriente. Il superfluo delle ricchezze della città si sparse lungo le rive dell’Europa e dell’Asia; onde i dintorni di Bisanzo fino all’Eussino, all’Ellesponto e al gran Muraglione somigliano ad un popolato sobborgo, o ad una serie continuata di giardini. In questa seducente pittura, il descrittore confonde con oratoria destrezza il passato e il presente, i giorni della prosperità e quelli dello scadimento; ma la verità sfuggendogli, quasi a sua non saputa, dal labbro, sospirando confessa che la sua misera patria non è più altro se non se l’ombra o il sepolcro della superba Bisanzo. Le antiche opere di scoltura erano state sformate del cieco zelo de’ Cristiani, o dalla violenza de’ Barbari. I più belli edifizj demoliti; arsi i preziosi marmi di Paro o della Numidia per farne calce, o convertiti in trivialissimi usi. Un nudo piedistallo indicava il luogo ove sorsero le statue più rinomate: nè poteano in gran parte giudicarsi le dimensioni delle colonne che dai rimasugli di qualche infranto capitello. Dispersi vedeansi sul suolo i frantumi delle tombe degl’Imperatori; e i turbini e i tremuoti avevano aiutato il tempo in queste opere di distruzione; intanto che una volgar tradizione ornavano i vôti intervalli di monumenti favolosi d’oro o d’argento. Però Manuele