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336 storia della decadenza

di Francia1 non era composto che di mille Cavalieri e de’ loro sergenti: lo splendore de’ nomi era ai nobili guerrieri un’esca alla presunzione, alla disciplina un ostacolo. Ognun d’essi credendosi degno di comandare, nessuno volendo obbedire, i Francesi guardavano con eguale disprezzo i confederati e i nemici. Tenendosi certi che Baiazetto o perirebbe inevitabilmente in quella impresa, o si sarebbe dato alla fuga, già calcolavano quanto tempo abbisognerebbe loro per trasferirsi a Costantinopoli, e di lì a liberare il Santo Sepolcro. Quando le grida de’ Turchi ne annunziarono l’avvicinare, i giovani francesi stavano a mensa, abbandonandosi alla gioia e alla inconsideratezza; e già riscaldati dal vino, addossarono precipitosamente le loro armadure, e montati sui lor cavalli, corsero all’antiguardo, reputandosi ingiuriati dai motivi che avea Sigismondo per non concedere ad essi l’onore del primo assalto. I Cristiani non perdevano la battaglia di Nicopoli, se i Francesi condiscendevano ai prudenti consigli degli Ungaresi; ma forse ottenevano una gloriosa vittoria, se gli Ungaresi imitavano il valor de’ Francesi. Perchè questi avendo rapidamente disperse le truppe d’Asia che formavano il primo fronte dell’inimico, e rotti i palizzati posti per trattenere la cavalleria, misero in disordine, dopo un sanguinoso combatti-

  1. La carica militare di Maresciallo, tanto rispettabile anche ai dì nostri, lo era maggiormente quando due soli personaggi la sosteneano (Daniel, Histoire de la Milice française, t. II, pag. 5). Uno di questi due, il famoso Boucicault, era Maresciallo della Crociata. Difese indi Costantinopoli, governò la repubblica di Genova, s’impadronì di tutta la costa dell’Asia, fu ucciso alla battaglia di Azincourt.