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302 storia della decadenza

rapida corsa, passò per mezzo ai regni conosciuti oggidì sotto i nomi di Kasan, e di Astrakan, intanto che le truppe da lui mosse verso il monte Caucaso penetrarono nel cuore della Circassia e della Georgia. La discordia civile de’ gran Duchi o Principi della Russia, abbandonò il loro paese in preda ai Tartari che coprirono il territorio russo dalla Livonia infino al mar Nero. Chiovia e Mosca, le due capitali antica e moderna, furono incenerite; calamità passeggera, e probabilmente men funesta ai Russi della profonda e forse indelebile traccia che una schiavitù di due secoli sul loro carattere ha impressa. I Tartari con egual furore devastavano e i paesi che divisavano conservare, e i paesi d’onde erano frettolosi d’uscire. Dalla Russia, ove aveano posta dimora, fecero una scorreria passeggiera, ma non meno struggitrice, sino ai confini dell’Alemagna; e le città di Lublino e di Cracovia disparvero. Avvicinatisi alle coste del Baltico, sconfissero nella battaglia di Lignitz i Duchi di Slesia, i Palatini polacchi e il Gran Mastro dell’Ordine teutonico, empiendo nove sacca delle orecchie destre di coloro che avevano uccisi. Da Lignitz, temine occidentale della loro corsa, si volsero all’Ungheria, in numero di cinquecentomila, incoraggiati dalla presenza del proprio Sovrano e condottiero Batù, e, a quanto diedero a divedere, animati dal suo medesimo spirito. Scompartitisi in varj corpi di truppa, superarono i monti Carpazj, e dubitavasi tuttavia sulla possibilità del loro arrivo, quando sui popoli perplessi i primi atti del lor furore operarono. Il Re Bela IV adunò affrettatamente le forze militari delle sue contee e de’ suoi vescovadi, ma egli avea già venduta la sua nazione col