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dell'impero romano cap. liv 25

lione trionfante sul dispotismo1 che disdegnò le querele di un popolo oppresso. Basilio il Macedone fu costretto ad implorare la pace, ad offrire riscatto pei prigionieri, ad usare i termini della moderazione, e della carità, nel pregar Crisocario a risparmiare i Cristiani suoi confratelli, e contentarsi di un sontuoso donativo in oro, argento, e drappi di seta. „Se l’Imperatore brama la pace, rispose questo audace fanatico, rinunzii all’Oriente, e sia pago di regnare in pace sull’Occidente: se a ciò non si presta, verrà balzato dal trono per la mano de’ servi di Dio„. Contro sua voglia, Basilio sospese ogni negoziazione, e accettata la disfida, condusse l’esercito nelle terre de’ Paoliziani mettendole a fuoco e sangue. E per vero dire, finchè si stette nelle pianure, questi eretici soggiacquero ai medesimi mali che aveano fatto soffrire ai sudditi dell’Impero; ma quando l’Imperatore non potè più dubitare della forza di Tefrica, della moltitudine di que’ Barbari, d’armi e d’ogni genere di munizioni fornitissimi, rinunziò con dolore ad una parte d’Impero, che non poteva più sostenere. Di ritorno a Costantinopoli, col fondar chiese e conventi, cercò assicurarsi la protezione di S. Michele arcangelo, e del Profeta Elia; nè passava giorno che ei non pregasse il cielo di vivere assai lungamente per trafiggere con tre freccie il capo d’un empio nemico. Fu esaudito anche al di là della espettazione: perchè dopo una correria, incominciata per vero con felici auspizj, Crisocario venne sorpreso

  1. Ricordiamo al lettore che la ribellione è sempre un atto che merita punizione, e non trionfo. (Nota di N. N.)