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dell'impero romano cap. li. 273

bili ai principi di Bisanzio, contrapponevano nelle province interne una disordinata resistenza alla religione e al potere de’ successori di Maometto. Sotto i vessilli della lor regina Cahina vennero le tribù independenti ad accordarsi in certo modo ed a pigliare disciplina; e come i Mori attribuivano alle lor mogli il dono di profezia, attaccarono i Musulmani del paese con un fanatismo simile al loro. Mal poteano bastare le vecchie soldatesche di Hassan alla difesa dell’Affrica: le conquiste d’una generazione furono perdute in un giorno: il generale Arabo, trascinato dalla corrente, si ritrasse alle frontiere d’Egitto, e cinque anni attese i soccorsi che gli andava promettendo il Califfo. Dopo la ritirata de’ Saracini, la profetessa vittoriosa raunò intorno a sè i Capi dei Mori, e diede loro uno stravagante consiglio degnis-

    mune, il suono imitativo di barbar divenne un nome che si dava alle tribù più rozze, che aveano più ingrata pronunzia e più difettosa grammatica. „Καρες βαρβαροφωνοι„ „I Carii di barbaro accento„ (Iliade 2, 567, con lo Scoliaste d’Oxford, con le note di Clarke e col Tesoro greco di Enrico Stefano t. I, pag. 720). 2. Sin dai tempi d’Erodoto almeno, fu applicato a tutte le nazioni straniere alla lingua e al nome dei Greci. 3. Nel secolo di Plauto i Romani si sottomisero a questo insulto (Pompeo Festo l. II, pag. 48 ediz. del Dacier), e si davano da sè il nome di Barbari. Vennero a poco a poco nella pretensione che non convenisse questo titolo all’Italia, e alle province che aveano assoggettate; e infine non lo diedero che ai popoli selvaggi, od ai nemici che stavano fuori del precinto dell’impero. 4. Conveniva ai Mori in tutti i sensi. I conquistatori Arabi presero questa parola dalla lingua dei Romani stanziati nelle province, ed è poi divenuto un nome locale pei popoli che vivono lungo la costa settentrionale dell’Affrica nomata Barbaria.