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252 storia della decadenza

Omar aveva cognizion dell’Egitto a lui testè sottomesso: volle perciò che il suo Luogo-tenente gli descrivesse il reame di Faraone e degli Amaleciti, e la risposta d’Amrou presenta una dipintura brillante e molto esatta di quel singolar paese1. „O comandante dei credenti, egli disse, l’Egitto è un composto di terra nera, e di piante verdi collocate fra una montagna polverizzata, e una sabbia rossa. Un uomo a cavallo che parta da Siene giugne in un mese alla sponda del mare. Scorre nella valle un fiume su cui riposa mattina e sera la benedizione dell’Altissimo, e che s’alza e s’abbassa a seconda dei rivolgimenti del sole e della luna. Quando l’annuale bontà della providenza dischiude le sorgenti e le fontane che alimentano il suolo, le acque del Nilo straripano con fracasso in tutta la contrada, e per questo salutare allagamento spariscono le campagne, e i villaggi non comunicano più insieme se non mercè d’una moltitudine di barche dipinte. Ritirandosi le acque, depongono un limo fertile atto a ricevere le varie semenze. I nugoli di coltivatori che oscurano la terra ponno paragonarsi a un formicaio industrioso; la naturale loro indolenza è stimolata dalla sferza del padrone, e dalla speranza dei fiori e delle frutta cui le loro braccia debbono moltiplicare. Rare

  1. Pietro Vatier diede alla luce nel 1666, in Parigi, un volumetto delle Meraviglie dell’Egitto composto nel tredicesimo secolo da Murtadi, abitante del Cairo, e tradotto sopra un manoscritto arabo che fu del cardinal Mazarino. Ciò che dice l’autore delle Antichità Egiziane è assurdo e stravagante: ma i suoi racconti minuti sulla conquista e sulla geografia della sua patria son degni di fiducia e di stima (V. la Corrispondenza d’Amrou e d’Omar p. 279-289).