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dardo della monarchia, fatto del grembiale di cuoio d’un fabbro ferraio che s’era già sollevato al grado di liberatore della Persia; ma da una profusione di gemme era coperta e nascosta quasi del tutto questa insegna d’una eroica povertà1. Dopo questa vittoria la ricca provincia d’Irak, o dell’Assiria, si sottomise al Califfo, e per la fondazione di Bassora2, piazza che domina sempre il commercio e la navigazion de’ Persiani, furono prontamente assicurati i conquisti. Lungi ottanta miglia dal golfo, l’Eufrate e il Tigri si congiungono a formare una sola corrente ampia e retta, oggi chiamata giustamente la riviera degli Arabi. Bassora fu piantata su la sponda occidentale, a mezza strada fra la congiunzione e la foce de’ due celebri fiumi. Ottocento Musulmani formarono la prima colonia; ma per la felice sua situazione divenne ben presto una florida e popolosa capitale. L’aria, comecchè sia eccessivamente calda, n’è pura e salubre; di palme e di truppe di bestiami sono coperti i prati all’intorno, e una delle valli del circondario è noverata fra i quattro paradisi, o giardini dell’Asia. Sotto i primi Califfi, stendeasi la giurisdizione di questa colonia Araba sino alle pro-

  1. D’Herbelot, Bibl. orient. p. 297-348.
  2. Potrà cogliere il Lettore notizie soddisfacenti intorno a Bassora nella Geogr. di Nubia, p. 121; in d’Herbelot (Bibl. orient. p. 192); in d’Anville (l’Eufrate e il Tigri, p. 130, 133-145); in Raynal (Hist. philosoph. des Deux-Indes, t. II, pag. 92-100); ne’ viaggi di Pietro della Valle (t. IV, p. 370-391); in Tavernier (t. I, p. 240-247); in Thevenot (t. II, p. 545-584), in Otter (t. II, p. 45-78); in Niebuhr (t. II; p. 172-199).