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dell'impero romano cap. xlii. 77

passare nel lor paese i rudimenti delle arti e delle scienze. Trafficavano i lor vassalli coll’isola di Ceilan1, e sette regni obbedivano al Nego o Principe supremo dell’Abissinia. L’indipendenza degli Omeriti che regnavano nella ricca e felice Arabia, fu per la prima volta violata da un conquistatore etiope: egli traeva il suo ereditario diritto dalla Regina di Sheba2, ed il religioso zelo santificava la sua ambizione. Gli Ebrei, potenti ed attivi nell’esilio, avevano sedotto l’animo di Dunaan, Principe degli Omeriti. Essi lo spinsero a far rappresaglia della persecuzione che le leggi imperiali esercitavano contra i loro sventurati fratelli: alcuni mercatanti romani furono oltraggiosamente trattati, e parecchi Cristiani di Negra3 ottennero gli onori e la corona del martirio4. Le chiese dell’Arabia implorarono la prote-

    quale un curioso estratto ci venne serbato da Fozio (Bibl. Cod. 3).

  1. Il commercio degli Axumiti sulle coste dell’India e dell’Affrica e nell’isola di Ceilan, è curiosamente descritto da Cosma Indicopleuste (Topogr. Christ. l. 2 p. 132, 138, 139, 140, l. 11 p. 338, 339).
  2. Ludolfo, Hist. et Comment. Æthiop. l. 2 c. 3.
  3. La città di Negra, o Nag’ran, nell’Yemen, è circondata da palme, e giace sulla strada maestra fra la capitale Saana e la Mecca; distante dieci giornate di una carovana di cammelli dalla prima, e venti dalla seconda (Abulfeda, Descript. Arabiae, p. 52).
  4. Il martirio di S. Areta, Principe di Negra, e de’ suoi trecento e quaranta compagni, è abbellito nelle leggende di Metafraste e di Niceforo Callisto, copiato dal Baronio (A. D. 522, n. 22-26. A. D. 523, n. 16-29), ed è confutato, con oscura diligenza dal Basnagio (Hist. des Juifs, t. 12 l. 8 c. 2 p. 333-348), il quale investiga lo stato degli Ebrei nell’Arabia e nell’Etiopia.