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dell'impero romano cap. xlvi. 387

arso vivo sulla piazza del mercato in Costantinopoli. Prive del solo Capo che potessero temere o estimare le schiere che guidate egli avea alla vittoria, furono per ben due volte rotte dalla cavalleria, calpestate dagli elefanti, e trafitte dagli strali de’ Barbari; ed un gran numero di prigionieri fu decapitato sul campo di battaglia per sentenza del vincitore, il quale potea giustamente condannare que’ sediziosi mercenarj, come gli autori od i complici della morte di Maurizio. Durante il regno di Foca, le fortificazioni di Merdino, di Dara, di Amida e di Edessa, successivamente vennero assediate, espugnate e distrutte dal monarca Persiano, il quale passò l’Eufrate, occupò Gerapoli, Calcide e Berrea od Aleppo, città della Siria, poi cinse le mura di Antiochia delle sue irresistibili armi. Sì rapidi successi manifestarono la decadenza dell’Impero, l’incapacità di Foca, e il disamor de’ suoi sudditi. Un impostore che si diceva il figlio di Maurizio1, ed il legittimo erede dell’Impero seguiva il campo di Cosroe, il quale offeriva, di tal guisa, alle province un decente pretesto di sommissione o di rivolta.

[A. D. 611] Il primiero messaggio che Eraclio ricevè dall’Oriente2, gli annunziò che Antiochia era perduta, ma

  1. Gli storici di Persia furono essi stessi ingannati su questo punto; ma Teofane (p. 244) rimprovera a Cosroe questa superchieria e questa menzogna; ed Eutichio crede (Ann. t. II, p. 211) che il figlio di Maurizio, che potè sfuggire agli assassini, si sia fatto monaco sul monte Sinai, dove morì.
  2. Eutichio attribuisce tutte le perdite dell’Impero al regno di Foca, e quest’errore salva la gloria d’Eraclio. Egli fa venire quel Generale non da Cartagine ma da Salonica, con una flotta carica di vegetali per Costantinopoli (i. t. II, p. 223, 224). Gli altri Cristiani dell’Oriente, Barebreo