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dell'impero romano cap. xlv. 315

volta, debbono cedere alla moltitudine de’ Sassoni ed Angli che quasi sradicarono l’idioma de’ Britanni. La favella Italiana moderna si è formata appoco appoco, mediante il mescolamento delle nazioni; la goffaggine de’ Barbari nel delicato maneggio delle declinazioni e delle coniugazioni, li ridusse ad usare gli articoli ed i verbi ausiliari; e molte nuove idee furono espresse con voci Teutoniche. Non pertanto il fondo principale de’ termini tecnici e familiari si scorge derivato dal Latino1; e se avessimo sufficiente contezza degli obsoleti, rustici e municipali dialetti dell’antica Italia potressimo rintracciar l’origine di molti vocaboli che forse erano rigettati dalla classica purità di Roma. Un numeroso esercito non costituisce che una picciola nazione, e le forze de’ Lombardi furon tosto diminuite dal ritirarsi che fecero i ventimila Sassoni, i quali, spregiando una dipendente condizione, se ne tornarono, dopo molte audaci e pericolose avventure, alla nativa lor terra2. Formidabile era l’estensione del campo di Alboino; ma l’ampiezza di un campo facilmente si conterrebbe nella circonferenza di una città, ed i marziali abitanti di esso si troverebbero radamente sparsi sopra la superficie di un vasto paese. Alboino nel calar giù dalle Alpi, conferì al suo nipote, primo Duca del Friuli, il comando di quella provincia e del Popolo, ma il prudente Gisulfo avrebbe scansato

  1. Maffei (Verona illustrata, part. I p. 310-321) e Muratori (Antich. Ital. t. II, Dissert. 32, 33 p. 71-365), il primo col massimo entusiasmo, ed il secondo colla più gran moderazione, hanno ambedue sostenuto le pretensioni della lingua latina, e spiegato molto sapere, spirito ed esattezza in questa discussione.
  2. Paolo, De gest. Longobard. l. III c. 5, 6, 7.