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dell'impero romano cap. xlii. 25

prio sangue, i quali tosto dimenticarono i doveri della riconoscenza e della fedeltà. Snervati furono i conquistatori dal lusso, il quale sempre riesce fatale fuori che ad un popolo industrioso. La politica della China eccitò le vinte nazioni a ricuperare l’indipendenza perduta; e la potenza dei Turchi non oltrepassò il periodo di duecent’anni. Il risorgimento del nome loro ed il loro dominio nelle contrade meridionali dell’Asia, sono avvenimenti di una età posteriore; e le dinastie che succederono ai loro primi sovrani, possono passarsi in silenzio poichè l’istoria loro non ha verun legame colla decadenza e caduta del Romano Impero1.

Nella rapida carriera delle conquiste, i Turchi assaltarono e soggiogarono la nazione degli Ogori o Varconiti sulle rive del fiume Til che vien denominato il Nero pel bruno color delle sue acque, o per le sue cupe foreste2. Ucciso fu il Can degli Ogori, insieme con tre centomila suoi sudditi, ed i loro cadaveri ingombravano uno spazio di quattro giornate di viaggio. Quelli tra loro che sopravvissero, si assogget-

  1. Intorno all’origine ed alle rivoluzioni del primo impero Turchesco, ne ho tolto le particolarità dal De Guignes (Hist. des Huns, t. 1 P. 2 p. 367-462), e da Visdelou (suppl. à la Biblioth. Orient. d’Herbelot, p. 82-114). I cenni Greci e Romani sono raccolti in Menandro (p. 108-164) ed in Teofilacte Simocatta (l. VII c. 7, 8).
  2. Il fiume Til, o Tula, secondo la geografia di De Guignes (t. 1 P. 2 p. 58 e 352), è una piccola ma gentil riviera del deserto, che cade nell’Orhon, Selinga, ecc. Vedi Bell, Viaggio da Pietroburgo a Pechino (vol. 2 p. 124); non per tanto la descrizione ch’egli fa del Keat, giù pel quale discese nell’Oby, rappresenta il nome e gli attributi del fiume nero (p. 139).