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54 storia della decadenza

mino sull’ardente sabbia, e se mancavano per il caldo e la fatica, venivano stimolati o strascinati a forza, finattantochè non fossero spirati nelle mani de’ loro tormentatori1. Quest’infelici esuli, giunti alle capanne de’ Mori, potevano eccitare la compassione d’un Popolo, la naturale umanità del quale non era nè migliorata dalla ragione, nè corrotta dal fanatismo: ma se riusciva loro di scampare i pericoli, erano condannati a partecipare delle angustie d’una vita selvaggia. V. Conviene, che gli autori della persecuzione preventivamente riflettano, se son determinati a sostenerla fino all’ultimo estremo. Essi eccitano la fiamma, che vorrebbero estinguere; e ben presto diventa una necessità il punire la contumacia, ugualmente che il delitto del trasgressore. La multa, ch’egli non può, o non vuol pagare, l’espone alla severità della Legge; ed il suo disprezzo delle pene minori suggerisce l’uso e la convenienza delle capitali. Attraverso il velo della finzione e della declamazione, possiamo chiaramente ravvisare, che i Cattolici, specialmente sotto il regno d’Unnerico, soffrirono il più ignominioso e crudel trattamento2. De’ rispettabili Cittadini, delle nobili Matrone, e delle sacre Vergini erano spogliate nude, ed alzate in aria con un peso attaccato a’ loro piedi. In tal penosa situazione venivano lacerati i lor corpi con verghe, o bruciati nelle più tenere parti con ferri

  1. Vedi questa storia presso Vittore II. 8, 12. p. 30, 34. Vittore descrive le angustie di que’ Confessori come testimone di veduta.
  2. Vedasi il quinto libro di Vittore. Le sue appassionate querele son confermate dalla sobria testimonianza di Procopio, e dalla pubblica dichiarazione dell’Imperator Giustiniano (Cod. Lib. I. tit. 27).