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zamente formati appresso i pastori e pirati della Germania. Nella generale desolazione si perde il linguaggio delle scienze, degli affari e della conversazione, che vi s’era introdotto da’ Romani. I Germani presero forse un sufficiente numero di parole Latine, o Celtiche, per esprimere i nuovi loro bisogni e pensieri1; ma quegl’ignoranti Pagani conservarono, e stabilirono l’uso del loro nazionale dialetto2. Quasi ogni nome, cospicuo nella Chiesa, o nello Stato, dimostra la sua origine Teutonica3; e la geografia d’Inghilterra fu generalmente ripiena di caratteri, e denominazioni straniere. Non si troverà facilmente l’esempio d’una rivoluzione sì rapida e perfetta; ma essa ecciterà un probabil sospetto, che le arti di Roma avesser gettato radici meno profonde nella Brettagna, che nella Gallia, o nella Spagna; e che la nativa rozzezza del paese e de’ suoi abitanti fosse coperta solo da una sottil vernice di costumi Italiani.

Tale strana alterazione ha persuaso gl’Istorici, ed anche i Filosofi, che i Provinciali della Brettagna fos-

  1. Il Dottor Iohnson afferma, che poche parole Inglesi sono d’origine Britannica. Il Whitaker, che intende il linguaggio Britanno, ne ha scoperte più di tremila, ed attualmente ne pubblica un lungo, e vario catalogo (V. II p. 235 329.) Può essere in vero, che molte di queste parole siano passate dal Latino, o dal Sassone nell’idioma nativo della Brettagna.
  2. Al principio del settimo secolo i Franchi e gli Anglo-Sassoni reciprocamente intendevano il linguaggio gli uni degli altri, ch’era derivato dalla medesima radice Teutonica (Beda L. I c. 25 p. 60).
  3. Dopo la prima generazione de’ Missionari Italiani o Scoti, le dignità della Chiesa furon occupate da’ proseliti Sassoni.