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ne, la castità fino della vedova di esso. Ma il Monarca medesimo, quando saliva sul trono, si vincolava con un reciproco giuramento che faceva a Dio ed al suo Popolo, d’eseguir fedelmente l’importante suo ufizio. Le vere o immaginarie mancanze della sua amministrazione eran sottoposte all’esame d’una potente aristocrazia; ed i Vescovi e Palatini eran difesi da un fondamental privilegio, in forza di cui non potevano esser degradati, carcerati, torturati, nè puniti di morte, d’esilio, nè di confiscazione, che per il libero e pubblico giudizio de’ loro Pari1.

Uno di questi Concili legislativi di Toledo esaminò e ratificò il codice di Leggi, che si erano fatte da una serie di Re Goti, dal fiero Eurico fino al devoto Egica. Finattantochè i Visigoti medesimi furono contenti de’ rozzi costumi de’ loro maggiori, permisero ai loro sudditi dell’Aquitania, e della Spagna l’uso delle leggi Romane. La successiva loro coltura nelle arti, nella politica e finalmente nella religione, li trasse ad imitare, ed a toglier di mezzo gl’instituti stranieri, ed a comporre un Codice di Giurisprudenza civile e criminale, per uso d’un Popolo grande ed unito insieme. Si comunicarono le stesse obbligazioni, e gli stessi privilegi alle nazioni della Monarchia di Spagna: ed

  1. Gli atti de’ Concili di Toledo son sempre i più autentici monumenti della Chiesa e della Costituzione di Spagna. I seguenti passi particolarmente sono importanti L. III 17, 18. IV 75. V 2, 3, 4, 5, 8. VI 11, 12, 13, 14, 17, 18. VII l. XIII 2, 3, 6. Ho trovato Mascou (Istor. degli ant. Germani XV 20 ed Annotazioni XXVI, XXXIII) e Ferreras (Hist. Gener. de l’Espagn. Tom. 2) guide molto utili ed accurate.