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dell'impero romano cap. xxxvi. 551

nato questo catalogo dal nome rispettabile di Basilio, le virtù del quale meritarono l’amicizia ed il grato applauso di Sidonio, suo cliente1. Eran osservate rigorosamente le leggi degl’Imperatori, e la civile amministrazione d’Italia tuttavia esercitavasi dal Prefetto del Pretorio, e da’ Ministri ad esso subordinati. Odoacre appoggiò a’ Magistrati Romani l’odioso od oppressivo ufizio d’esigere lo rendite pubbliche; ma riservò a se stesso il merito d’una opportuna e popolare indulgenza2. Come gli altri Barbari, egli era stato istruito nell’eresia Arriana; ma rispettava il carattere monastico ed episcopale; ed il silenzio de’ Cattolici dimostra la tolleranza, ch’essi godevano. La pace di Roma richiese l’interposizione di Basilio, Prefetto di essa, nell’elezione d’un Romano Pontefice: ed il decreto, che proibiva al Clero l’alienazione delle sue terre, aveva per fine il vantaggio del Popolo, la devozione del quale avrebbe dovuto tassarsi per riparare le dilapidazioni della Chiesa3. L’Italia fu difesa dalle

    ratori. I Consoli, nominati da Odoacre, o forse dal Senato Romano, sembra che fosser riconosciuti per tali anche nell’Impero Orientale.

  1. Sidonio Apollinare (lib. 1. epist. 9. pag. 22. Edit. Sirmond.) ha paragonato fra loro i due principali Senatori del suo tempo (an. 468), Gennadio Avieno, e Cecina Basilio. Al primo assegna le più speciose, ed al secondo le più sode virtù della vita pubblica e privata. Un Basilio, più giovane, forse suo figlio, fu Console nell’anno 480.
  2. Epifanio intercesse pel Popolo di Pavia; ed il Re prima accordò una remissione per cinque anni, ed in seguito lo sollevò dall’oppressione di Pelagio Prefetto del Pretorio (Ennodio in vit. S. Epiphan. in Sirmond. oper, Tom. 1. p. 1670, 1672).
  3. Vedi Baronio (Annal. Eccl. an. 483, n. 10, 15), Sedici