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dell'impero romano cap. xxxv. 455

chiamata Ildico, al catalogo innumerabile delle sue mogli1. Fu celebrato il lor matrimonio con barbarica pompa e solennità nel suo palazzo di legno di là dal Danubio; ed il Monarca, oppresso dal vino e dal sonno, si ritirò, ad un’ora tarda, dal banchetto al letto nuziale. I suoi Ministri continuarono a rispettare i piaceri o il riposo di lui, la maggior parte del giorno seguente, finattantochè l’insolito silenzio eccitò i loro timori e sospetti; e dopo d’aver tentato di svegliare Attila con alte e ripetute grida, entrarono finalmente nell’appartamento reale. Essi trovarono la sposa che sedeva tremante accanto al letto, tenendosi il volto coperto col proprio velo, e dolendosi del proprio pericolo, ugualmente che della morte del Re, ch’era spirato in quella notte2. Ad un tratto

  1. Attila, ut Priscus historicus refert, extinctionis suae tempore puellam Ildico nomine decoram valde sibi in matrimonium post innumerabiles uxores.... socians. Giornandes c. 49 p. 683, 684; quindi aggiunge (c. 50, p. 686). Filii Attilae, quorum per licentiam libidinis pene populus fuit. Fra’ Tartari d’ogni tempo è stata in uso la poligamia. Si regola il grado delle mogli volgari soltanto dalla bellezza della loro persona; ed una matrona avanzata prepara, senza lagnarsi, il letto destinato per la giovane sua rivale. Ma nelle famiglie reali, le figlie de’ Kan comunicano a’ loro figli un diritto anteriore all’eredità. Vedi (Istor. Genealog. p. 406).
  2. La nuova del fatto, raccontato come un delitto di essa, giunse a Costantinopoli, dove gli fu dato un nome ben differente; e Marcellino osserva, che il tiranno d’Europa fu ucciso nella notte, dalla mano e dal coltello d’una donna. Cornelio, che ha adattato alla sua tragedia il fatto genuino, descrive l’irruzione del sangue in quaranta ampollosi versi, ed Attila esclama con ridicolo furore:

    .... S’il ne veut s’arréter (il suo sangue)
    (Dit-il) on me payera ce qu’il va m’en coûter.