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dell'impero romano cap. xxix. 33

turbolenta moltitudine1. La prudenza di Stilicone immaginò ed eseguì senza dilazione il più efficace disegno per sostenere il popolo Romano. Una grande ed opportuna copia di grano, raccolta nelle interne province della Gallia, si fece calare pel rapido corso del Rodano, e per mezzo di una facil navigazione fu trasportata dal Rodano al Tevere. In tutto il tempo della guerra Affricana, i granai di Roma furon continuamente pieni, la sua dignità restò libera da un’umiliante dipendenza; e gli animi d’un immenso popolo erano quieti pel tranquillo aspetto della pace e dell’abbondanza2.

[A. 398] La causa di Roma e la condotta della guerra dell’Affrica furono affidate da Stilicone ad un Generale attivo e bramoso di vendicare le private sue ingiurie sul capo del tiranno. Lo spirito di discordia, che prevalse nella casa di Nabal, avea eccitato una mortal contesa fra’ due suoi figli Gildone e Mascezel3. L’usurpatore insidiava con implacabile rabbia la vita del suo minor fratello, di cui temeva l'abilità ed il coraggio; e Mascezel, oppresso dalla superior forza, si riparò alla Corte di Milano, dove tosto ricevè la cru-

  1. Claudiano delicatamente spiega questi lamenti di Simmaco in un discorso della Dea di Roma avanti al trono di Giove (de Bell. Gild. 28-128).
  2. Vedi Claudiano in Eutrop. l. I. 401. ec. I. Cons. Stil. l. I. 306. II. Cons. Stil. 91 ec.
  3. Egli era d’età matura, poichè antecedentemente (an. 373) avea militato con Firmo suo fratello (Ammiano XXIX. 5). Claudiano, che conosceva la Corte di Milano si fermò nelle ingiurie piuttosto che ne’ meriti di Mascezel (de Bell. Gild. 389- 414). La guerra Mauritana non era degna d’Onorio o di Stilicone ec.