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346 storia della decadenza

stanze Genserico, Cristiano, ma nemico della comunione ortodossa, comparve a’ Donatisti come un potente liberatore, dal quale potevano essi ragionevolmente aspettare la revocazione degli odiosi ed oppressivi editti degl’Imperatori Romani1. Si facilitò la conquista dell’Affrica dall’attivo zelo e dal segreto favore d’una domestica fazione; i capricciosi oltraggi contro le chiese ed il clero, de’ quali sono accusati i Vandali, possono con ragione imputarsi al fanatismo dei loro alleati; e forse lo spirito d’intolleranza che disonorò il trionfo del Cristianesimo, contribuì alla perdita della più importante Provincia dell’Occidente2.

[A. 430] La Corte ed il Popolo rimasero sorpresi alla strana notizia che un virtuoso Eroe, dopo tanti favori e tanti servigi, avea rinunziato alla sua fedeltà, ed invitato i Barbari a distruggere la Provincia confidata al suo governo. Gli amici di Bonifazio, che sempre credevano si potesse scusare la sua colpevol condotta con qualche onorevol motivo, sollecitarono, nell’assenza di Ezio, una libera conferenza col Conte dell’Affrica; e Dario, ufiziale di gran distinzione, fu eletto per

    esser meglio, che alcuni si tormentassero in questo Mondo, piuttosto che tutti dovessero bruciare nelle fiamme dell’inferno.

  1. Secondo S. Agostino e Teodoreto i Donatisti erano inclinati a’ principj, o almeno al partito degli Arriani sostenuto da Genserico. Tillemont, Mem. Eccl. Tom. VI. p. 67.
  2. Vedi Baron., Annal. Eccl. an. 428 n. 7 an. 439 n. 35. Il Cardinale, benchè più inchinato a cercare la cagione dei grandi avvenimenti nel cielo che sulla terra, ha osservato l’apparente connessione de’ Vandali e de’ Donatisti. Sotto il regno de’ Barbari, gli Scismatici dell’Affrica goderono un’oscura pace di cento anni, al termine de’ quali possiamo di nuovo rintracciarli al lume delle Imperiali persecuzioni. Vedi Tillem. Mem. Eccl. Tom. VI. p. 192.