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14 storia della decadenza

parsimonia di Ruffino non gli lasciò che il rimprovero e l’invidia d’una male acquistata dovizia; i suoi domestici lo servivano senz’affezione; e l’odio universale dell’uman genere non era frenato che dall’influenza d’un timore servile. Il destino di Luciano mostrò all’Oriente, che il Prefetto, l’industria del quale era molto diminuita nella spedizione degli ordinari negozj, era instancabile ed attivo nel procurar la vendetta. Luciano, figlio del Prefetto Florenzio, oppressor della Gallia e nemico di Giuliano, aveva impiegato una parte considerabile del suo patrimonio, frutto della rapina e della corruzione, a comprar l’amicizia di Ruffino e l’alto uffizio di Conte dell’Oriente. Ma il nuovo Magistrato imprudentemente abbandonò le massime della Corte e di quel tempo, disonorò il suo benefattore col contrasto d’una virtuosa e moderata amministrazione, e pretese di ricusar di fare un atto d’ingiustizia, che avrebbe potuto tendere al vantaggio dello zio dell’Imperatore. Arcadio facilmente fu persuaso a punire il supposto insulto; ed il Prefetto dell’Oriente risolvè di eseguire in persona la crudel vendetta, che meditava contro quell’ingrato ministro del suo potere. Fece con gran fretta il viaggio di sette o ottocento miglia da Costantinopoli ad Antiochia, entrò in tempo di notte nella capital della Siria, e sparse una costernazione universale nel popolo, che non sapeva il disegno di lui, ma ne conosceva l’indole. Il Conte delle quindici Province dell’Oriente fu tratto, come il più vil malfattore, avanti all’arbitrario tribunal di Ruffino. Non ostante la più chiara evidenza della sua integrità, che non fu alterata neppur dalla voce d’un accusatore, Luciano fu condannato, quasi senza processo, a soffrire una crudele ed ignominiosa pena. I Ministri del tiranno,