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dell'impero romano cap. xxv. 39

gno delle scienze allor decadenti1. Era sua intenzione che s’insegnassero le arti della rettorica e della grammatica in lingua Greca e Latina nelle Metropoli di ogni Provincia; e poichè ordinariamente la grandezza e la dignità della scuola era proporzionata a quella della città in cui si trovava, le Accademie di Roma e di Costantinopoli vantavano una giusta e singolar preeminenza. I frammenti degli editti letterari di Valentiniano rappresentano imperfettamente la scuola di Costantinopoli, che fu a grado a grado perfezionata dai successivi regolamenti. Era essa composta di trent’uno Professori, distribuiti in diversi rami di scienze; vale a dire un filosofo e due legali, cinque sofisti e dieci grammatici per la lingua Greca, tre oratori ed altri dieci grammatici per la Latina, oltre sette scrivani, o come in quel tempo si chiamavano antiquari, le laboriose penne dei quali provvedevano le pubbliche Biblioteche di buone e corrette copie dei classici Autori. La regola di condotta, che fu allora prescritta agli studenti, è tanto più curiosa che somministra i primi sbozzi della forma e della disciplina di una moderna Università. Si richiedeva, che essi portassero gli opportuni attestati dei Magistrati delle native loro Province. Regolarmente si notavano in pubblici registri i nomi, le professioni e le abitazio-

  1. Questi salutari stabilimenti sono indicati nel codice Teodosiano lib. XIII. Tit. III. De Professoribus et Medicis, e lib. XIV. Tit. IX. De studiis liberalibus urbis Romae. Oltre il Gotofredo, solita nostra guida, si può consultare il Giannone (Stor. di Napoli Tom. I. p. 105. 111) che ha trattato di quest’importante soggetto con lo zelo e con la curiosità d’un letterato che studia l’istoria del suo paese.