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riani erano meno irritati, o men potenti; e fu lacerato l’Oriente dal pertinace e sanguinario fanatismo dei Monofisiti. Gerusalemme fu assalita da un esercito di Monaci che la posero a sacco; arsero, trucidarono in nome d’una Natura incarnata; fu bagnato di sangue il sepolcro di Gesù Cristo, e pochi ribelli tumultuariamente raccolti, chiusero le porte della città all’esercito imperiale. Dopo la condanna e l’esilio di Dioscoro, dolenti gli Egiziani della perdita del lor Padre spirituale, videro con ribrezzo l’usurpazione del suo successore costituito dai Padri del Concilio di Calcedonia. Costui, di nome Proterio, non potè sostenersi che col soccorso d’una guardia di duemila soldati; fece guerra cinque anni al popolo d’Alessandria; e il primo sentore della morte di Marciano divenne pei fanatici Egiziani il segnale della vendetta. Tre giorni prima della festa di Pasqua, il Patriarca fu assediato nella sua cattedrale, e ucciso nel battistero. Fu dato alle fiamme l’avanzo del suo cadavere e se ne gettarono al vento le ceneri; questo assassinio fu inspirato dall’apparizione d’un preteso Angelo, furberia inventata da un monaco ambizioso, che, sotto il nome di Timoteo,

    guerra ai nemici della Chiesa e feriva l’uno o l’altro di costoro cogli strali del suo avversario κατ’αλληλοις βελεσι τους αντιπαλους επετροσκε. Parea che stabilisse contro Nestorio συγχυσις, la confusione delle Nature dei Monofisiti; contro Eutiche confermasse υποσασεων διαφορα, la diversità di sostanze dei Nestoriani. Dice l’apologista, che bisogna interpretare con carità le azioni dei Santi: se si fosse proceduto così riguardo agli eretici le controversie si sarebbero terminate in vani schiamazzi esalati per l’aria.