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che, se sofferse, avea meritato di soffrire; che l’umana natura non è mai al tutto perfetta; e che giovar poterono la Croce e la Passione ad espiare le colpe veniali del figlio di Giuseppe prima della sua misteriosa unione col figlio di Dio.

IV. Tutti coloro che tengono la nobile e seducente idea della spiritualità dell’anima deggiono colla guida dell’esperienza confessare l’incomprensibile unione dello spirito e del corpo. Agevol cosa è il concepire che il corpo può stare unito ad uno spirito che ha facoltà intellettuali assai maggiori, od anche possiede queste facoltà nel più alto grado possibile; e l’incarnazion d’un Eone, o d’un Arcangelo, il più perfetto degli spiriti creati, non è nè contraddittoria nè assurda. Nei tempi della libertà religiosa, alla quale pose limiti il Concilio di Nicea, ogni individuo misurava la Divinità di Cristo col regolo indefinito della Scrittura, della ragione, o della tradizione; ma quando s’ebbe fondata la sua Divinità sulle ruine dell’Arianismo, si vide la fede dei Cattolici in riva d’un precipizio, da cui non potea dilungarsi, ove era gran rischio il reggersi, e presso il quale un passo falso dovea sbigottire. Il sublime carattere della lor teologia aggravava ancora i diversi inconvenienti del loro Simbolo1. Esitavano a pronun-

    pazienza, e di disperazione. Questo sentimento può non essere apparente che nel Messia; e si è detto a ragione, che queste parole mal sonanti altro non erano che l’applicazione d’un salmo o d’una profezia.

  1. L’Autore doveva ommettere il termine improprio inconvenienti, e porne un altro che esprimesse la fiacchezza della mente umana, che non può giungere a comprendere