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dell'impero romano cap. xxiv. 335

intorno all’armata; s’intercettava chiunque scostavasi dall’esercito; ogni distaccamento era attaccato; ed il valente Ormisda con qualche difficoltà potè liberarsi dalle lor mani. Ma i Barbari furono finalmente respinti; il paese diveniva sempre meno favorevole alle operazioni della cavalleria; e quando i Romani giunsero a Macepratta osservarono le rovine della muraglia, che era stata costrutta dagli antichi Re dell’Assiria per assicurare i loro Stati dalle scorrerie dei Medi. Questi preliminari della spedizion di Giuliano par che occupassero circa quindici giorni; e possiamo computare quasi trecento miglia dalla Fortezza di Circesio alle mura di Macepratta1.

La fertile Provincia dell’Assiria2 che s’estendeva al di là del Tigri fino alle montagne della Media3, conteneva circa quattrocento miglia, dall’antica muraglia di Macepratta fino al territorio di Basra, dove le acque dell’Eufrate e del Tigri vanno insieme a

  1. Ved. Ammiano (XXIV. I. 2). Libanio (Orat. parent. c. 110. 111. p. 334.), Zosimo (l. III p. 164-168).
  2. Ci vien somministrata la descrizione dell’Assiria da Erodoto (lib. I. c. 192.), che ora scrive pe’ fanciulli, ed ora pe’ filosofi; da Strabone (lib. XVI. p. 1070, 1082.) e da Ammiano (lib. XXIII. c. 6). Fra’ moderni viaggiatori i migliori sono Tavernier (Part. I. l. II. p. 226-258.), Otter. (T. II. p. 35-69. e 189-224.) e Niebuhr (Tom. II. p. 172-288.). Nondimeno mi rincresce assai che non sia stato tradotto l’Irak Arabi di Albufeda.
  3. Ammiano osserva, che l’Assiria primitiva, la quale comprendeva Nino (Ninive) ed Arbella, aveva preso la più moderna e special denominazione d’Adiabene, e sembra che ponga Teredone, Vologesia, ed Apollonia come le ultime città dell’attual Provincia dell’Assiria.