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dell'impero romano cap. xxiv. 333

della sua spedizione1. „Il terreno era tutto piano fino al mare, e pieno di piante d’assenzio; e se vi nasceva qualche altra specie di arboscelli o di canne, avevano tutti un odore aromatico, ma non vi si vedevano alberi. Pareva che i soli abitatori di quel deserto fossero struzzi ed ottarde (specie di oche dette granajole) gazzelle ed asini selvaggi2, e le fatiche della marcia eran mitigate dai divertimenti della caccia„. Frequentemente dal vento era sollevata la minuta sabbia del deserto in nuvole di polvere; ed una gran parte dei soldati di Giuliano, insieme con le lor tende, venivano ad un tratto gettati a terra dalla violenza d’improvvisi Oragani.

Le arenose pianure della Mesopotamia erano abbandonate alle gazzelle ed agli asini selvaggi del deserto; ma sulle rive dell’Eufrate e nelle isole accidentalmente formate da quel fiume, trovavasi una quantità di popolate città e di villaggi assai piacevolmente situati. La città di Annah o Anato3, attual residenza

  1. Vedi il primo libro dell’Anabasi p. 45. 46. Questa piacevole opera è originale ed autentica; pure la memoria di Senofonte, forse molti anni dopo la spedizione, qualche volta l’ha tradito; e le distanze, ch’ei nota, sono spesso maggiori di quel che possa accordare un soldato o un geografo.
  2. M. Spelman, traduttore inglese dell’Anabasi (Vol. I. p. 151.), confonde la gazzella col capriolo, e l’asino selvaggio collo zebra.
  3. Vedi Viag. di Tavernier P. I. l. III. p. 316. e più specialmente i Viaggi di Pietro della Valle T. I. let. XVII. p. 671. Egli non sapeva l’antico nome e la condizione di Annah. I ciechi nostri viaggiatori hanno rare volte alcuna previa notizia dei paesi che visitano. Meritano però un’onorevol eccezione Shavv e Tournefort.