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dell'impero romano cap. xxiii 259


Ma il genio e la potenza di Giuliano non furono sufficienti per l’impresa di restaurare una religione, ch’era mancante di principj teologici, di precetti morali e d’ecclesiastica disciplina; che tendeva rapidamente alla decadenza ed allo scioglimento; e che non era suscettibile d’alcuna solida o stabile riforma. La giurisdizione del Pontefice Massimo, dopo che specialmente quell’uffizio erasi unito all’Imperial dignità, s’estendeva a tutto l’Impero Romano. Giuliano elesse per suoi vicarj nelle diverse Province i Sacerdoti e Filosofi, che stimò più idonei a cooperare all’esecuzione del suo gran disegno; e le sue lettere pastorali1, s’è permesso d’usare tal nome, tuttora presentano una prova molto curiosa de’ suoi desiderj e disegni. Egli ordinò che in ogni città l’ordin Sacerdotale venisse composto, senza distinzione alcuna di nascita o di ricchezze, da quelle persone che fossero le più cospicue pel loro amore verso gli Dei e verso gli uomini. „Se i medesimi (continua) son rei di qualche scandaloso delitto potranno esser censurati o degradati dal Pontefice superiore; ma fintanto che ritengono il loro grado, hanno diritto al rispetto de’ Magistrati e del Po-

    p. 286. 287. e Orat. Consul. ad Julian. p. 245. 246. edit. Morel.) da Ammiano (XXII. 12.), e da Gregorio Nazianzeno (Orat. IV. p. 121). Questi Scrittori convengono nella sostanza ed anche ne’ fatti minuti; ma i differenti aspetti, ne’ quali vedevano l’estrema divozione di Giuliano, esprimono diversi gradi d’amor proprio, d’appassionata ammirazione, di dolce disapprovazione e di parzial invettiva.

  1. Vedi Giuliano (Epist. 49. 62. 63) ed un lungo e curioso frammento senza principio nè fine (p. 288. 305). Il pontefice Massimo deride la storia Mosaica e la disciplina Cristiana, preferisce i Poeti Greci a’ Profeti Ebrei, e dissimula coll’arte d’un Gesuita, il culto relativo delle immagini.