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dell'impero romano cap. xxi 165

tino aveva eccitato uno spirito di malcontento e di resistenza; i vigorosi sforzi, che fece il suo figlio Costante per restaurare l’unità della Chiesa, esacerbarono i sentimenti d’odio reciproco, che a principio avea cagionati la separazione; ed i mezzi della forza e della corruzione, impiegati dai due Commissari Imperiali Paolo e Macario, somministrarono agli Scismatici uno specioso contrasto fra le massime degli Apostoli, e la condotta dei pretesi lor successori1. Gli abitanti dei villaggi di Numidia e di Mauritania erano una razza di gente feroce, che s’era imperfettamente ridotta sotto l’autorità delle leggi Romane, ed imperfettamente convertita alla fede Cristiana; ma che veniva trasportata da un cieco e furioso entusiasmo nella causa dei Donatisti, loro maestri. Con isdegno soffrivano essi l’esilio dei loro Vescovi, la demolizione delle lor Chiese, e l’interrompimento delle segrete loro assemblee. La violenza degli Uffiziali di giustizia, che

  1. È molto piacevole l’osservare il linguaggio degli opposti partiti allorchè parlano delle medesime persone e delle medesime cose. Grato, Vescovo di Cartagine, incomincia le acclamazioni d’un Sinodo Ortodosso in tal modo: Gratias Deo Omnipotenti, et Christo Jesu... qui imperavit religiosissimo Constanti Imperatori, ut votum gereret unitatis, et mitteret ministros sancti operis famulos Dei Paulum et Macarium: Monum. vel ad Calcem Optati p. 313. Ecce subito (dice l’Autor Donatista della Passione di Marculo) de Constantis Regis tyrannica domo... pollutum Macarianae persecutionis murmur increpuit; et duabus bestiis ad Africam missis eodem scilicet Macario, et Paulo, execrandum prorsus ac dirum Ecclesiae certamen indictum est; ut Populus Christianus ad unionem cum traditoribus faciendam, nudatis militum gladiis, et draconum praesentibus signis et turbarum vocibus cogeretur: Monum. p. 304.