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dell'impero romano cap. xxi 125

stri della teologia Cristiana; e si è supposto che possedesse due scienze profane non adattate al carattere Episcopale, cioè quella della giurisprudenza1, e quella della divinazione2. Alcune felici congetture di futuri eventi, che un imparziale ragionatore avrebbe potuto attribuire all’esperienza ed al giudizio d’Atanasio, da’ suoi amici ascrivevansi ad inspirazioni celesti, e, da’ suoi nemici ad infernale magia.

Ma siccome Atanasio trovavasi continuamente impegnato a trattare co’ pregiudizj e colle passioni d’ogni specie di persone, dal Monaco fino all’Imperatore, la cognizione della natura umana era la prima e più importante sua scienza. Egli conservava una distinta ed intera veduta d’una scena, che andava continuamente mutandosi; e non mancava mai di profittare di que’ decisivi momenti, che son già irreparabilmente passati, avanti che possano scorgersi da un occhio comune. L’Arcivescovo d’Alessandria era capace di distinguere, fino a qual segno poteva egli arrischiarsi a comandare, e dove conveniva che destramente s’insinuasse; quando poteva contendere con la forza, e quando si doveva sottrarre alla persecuzione; e mentre scagliava i fulmini della Chiesa contro l’eresia e la ribellione, poteva assumere nel seno del suo par-

  1. Sulpicio Severo (Hist. Sacr. l. II. p. 396) lo chiama legale, e giurisconsulto. Presentemente non può ravvisarsi questo carattere, o si consulti la vita, o le opere d’Atanasio.
  2. Dicebatur enim fatidicarum sortium fidem, quaeve augurales portenderent alites scientissime callens aliquoties praedixisse futura. Ammian. XV. 7. Sozomeno (l. IV. c. 10) riferisce una profezia o piuttosto uno scherzo, da cui si prova evidentemente che Atanasio, se le cornacchie parlan Latino. intendeva il linguaggio delle cornacchie.