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dell'impero romano cap. xvii. 301

blici affari era commessa alla diligenza ed abilità del Maestro degli Uffizj1. Egli era il supremo Magistrato del palazzo, invigilava sulla disciplina delle scuole civili e militari, e riceveva gli appelli da tutte le parti dell’Impero, nelle cause che appartenevano a quel numeroso esercito di persone privilegiate, che come servitori di Corte avean ottenuto per se, e per le sue famiglie il diritto d’esser esenti dall’autorità dei giudici ordinari. La corrispondenza fra il Principe ed i sudditi passava per li quattro Scrinia, o uffizi di questo ministro di Stato. Il primo era destinato ai memoriali, il secondo alle lettere, il terzo alle domande, ed il quarto a’ fogli ed ordini di cose miscellanee. Ognuno di questi era diretto da un Maestro inferiore di rispettabile dignità, ed erano spediti tutti gli affari da cento quarantotto segretari, presi la maggior parte dal ceto de’ legali, per causa della copia di estratti e di relazioni che frequentemente occorreva di fare nell’esercizio delle varie loro funzioni. Per una condiscendenza, che ne’ primi secoli si sarebbe creduta indegna della maestà Romana, era destinato un particolar segretario per la lingua Greca, e v’erano interpreti per ricever gli Ambasciatori de’ Barbari; ma

    di lui e dell’Impero dovea dipendere dall’opinione, che gli ambasciatori stranieri avrebber concepito dell’abbondanza e magnificenza della tavola reale (Var. l. VI. epist. 9).

  1. Guterio (De offic. Domus Aug. l. II. c. 20. l. III.) ha con molta esattezza spiegate le funzioni del Maestro degli Uffizj, e la costituzione degli Scrinia al medesimo subordinati. Ma invano egli tenta, sulla più dubbiosa autorità, di condurre al tempo degli Antonini, o anche di Nerone l’origine d’un Magistrato, che non si può trovar nell’Istoria prima del regno di Costantino.