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dell'impero romano cap xiii. 141

ogni contrassegno di cortesia e di amicizia; ma sotto il pretesto di accordargli il necessario riposo dopo un viaggio sì lungo, fu l’udienza di Probo differita di giorno in giorno; ed egli attese i lenti movimenti del Re, sino a che in fine fu ammesso alla presenza di lui vicino al fiume Asprudo nella Media. Il secreto motivo di Narsete in questo indugio era stato di adunare tali forze militari, che potessero metterlo in istato, benchè sinceramente bramoso della pace, di trattarla con maggior peso e colla maggiore dignità. Tre sole persone assisterono a questa conferenza importante, il ministro Afarbane, il Prefetto delle guardie, ed un Uffiziale, che avea comandato sulla frontiera dell’Armenia1. Poco intelligibile per noi è al presente la prima condizione proposta dall’Ambasciatore: che si destinerebbe, cioè, la città di Nisibi ad essere il luogo dello scambievol traffico, ovvero (come noi avremmo detto una volta) la piazza di commercio, tra i due Imperi. Non vi è difficoltà in concepire l’intenzione che aveano i Principi Romani di aumentare le loro entrate con alcune imposizioni sopra il commercio; ma siccome Nisibi era situata nei loro propri dominj, ed essi eran padroni delle importazioni e delle esportazioni, parrebbe che tali restrizioni fossero gli oggetti di una legge interna anzichè di un estraneo trattato. Per renderle più efficaci, si pretese probabilmente che il Re di Persia convenisse in alcune stipulazioni, le quali sembrarono così ripugnanti o all’interesse o alla dignità del medesimo, che egli non si potè indurre a sottoscriverle. Essendo que-

  1. Egli era stato Governatore di Sumio. (Pietro Patrizio in Excerpt. Legat. p. 30.) Pare che Mosè di Corene (Geograph. p. 360.) faccia menzione di questa Provincia che giace all’Oriente del monte Ararat.