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E poichè il Malo Amen esitava a cominciare l'estrazione dei numeri, come chi attenda; e dall'altra parte il Brentoni, da quel sincero cittadino che egli era, non osava mentire innanzi alla numerosa brigata; questi prese il partito di chiedere il conto all'oste e di uscire dall'albergo gesticolando come un invasato. Egli marciava a gran passi imprecando contro la natura matrigna, che donandogli tante belle disposizioni per divenire un eccellente patriota, gli avea messo nel sangue quel maledetto istinto di ripugnanza per le armi da fuoco e da taglio.


V.

Una festa popolare a Besana.


Quella domenica c'era gran festa a Besana.

Sul magnifico piazzale, donde l'occhio si stende ai più ridenti paesi della Brianza, una folla immensa di popolo attende l'arrivo delle Guardie Nazionali di Desio e di Camnago.

I villeggianti delle terre vicine sono accorsi a godere dello spettacolo. Nelle vie si arrestano superbi equipaggi — dai poggi e dai giardini sovrastanti alla piazza le belle milanesi sfoggiano pittoreschi abbigliamenti. Tutti i volti spirano allegrezza. Queste fratellevoli dimostrazioni, queste solennità marziali, mentre giovano a stringere gli animi in salda concordia, esaltano la fantasia nel popolo, gli ispirano il gusto della libertà.

I militi di Besana sono andati incontro ai loro ospiti... Da lontano eccheggiano le trombe.... Le donne sporgono il braccio, agitando i fazzoletti — gli uomini battono le mani — dalla folla escono frequenti viva al Re, a Garibaldi, all'Italia...! Ed ecco le schiere, precedute dalle bande musicali, entrano trionfalmente nella piazza...

Non temete, o lettori... Io non descriverò le evoluzioni marziali e le gloriose manovre del popolo armato.... Voi forse ci prendereste molto interesse....