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novella. La ferita, l'arresto, la lunga prigionia, i terrori della guerra non furono sì crudeli all'anima del giovine montanaro quanto l'ingratitudine e la perfidia di una donna! Una piaga insanabile, profonda, lasciano i primi disinganni nei giovani cuori! Mentre l'eroe di piazza Fontana gemeva nel carcere di Santa Margherita fra gli spasimi del freddo, della fame e dell'amore, lo credereste? Dorotea Melazza, la figliuola del sagrestano, obliando le gomitate affettuose e i teneri sbadigli del nipote di don Dionigi, aveva ceduto alle lusinghe di un nuovo adoratore! Dorotea Melazza da oltre due mesi era sposa a Giacomo Maneggia, personaggio autorevole, recentemente elevato alla carica di maestro comunale e beccamorto.

«Ma si può dare più nera perfidia! — esclamava Teodoro negli sfoghi dell'anima addolorata. — Sposare un Maneggia! sposare colui che usurpava il mio impiego!... E con qual'aria mi ha guardato la spergiura, quando le passai dappresso per salutarla!... Come se mai non ci fossimo veduti! Oh! mai più, mai più a Capizzone! No, Dorotea, no femmina atroce! tu non riderai alle spalle di un povero diavolo che ti amava di cuore. Ho già troppo sofferto nel rivederti. E dire che io l'ho trovata più grassa del doppio!... Si vede proprio che la notizia delle mie disgrazie l'ha commossa! Avvenga ciò che vuole, io non tornerò più mai al mio paese. Andrò a Milano... Laggiù troverò degli amici, dei protettori... Tutti dicono che ho resi dei grandi servigi alla patria; tutti dicono che io sono un grand'uomo e, invero, comincio a crederlo anch'io... Il mio capitano e l'Obrizzi mi hanno assicurato che il tempo delle ingiustizie e delle soperchierie è passato, che ora le leggi stanno in mano del popolo, che in fin dei conti noi che abbiamo sofferto per la causa nazionale, noi che ci siamo battuti, abbiamo il diritto di gridar forte più degli altri e farci render ragione. Ebbene! dirò io a quelli che governano: se è vero che io più d'ogni altro ho contribuito a cacciare i Tedeschi da Milano, se è vero che io sono un martire della indipendenza e della libertà italiana; in nome di questa indipendenza e di questa libertà, io