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CANTO VIGESIMO. 299

XXIX.


     Sembra d’alberi densi alta foresta
L’un campo e l’altro; di tant’aste abbonda!
Son tesi gli archi, e son le lance in resta:
228Vibransi i dardi, e rotasi ogni fionda.
Ogni cavallo in guerra anco s’appresta;
Gli odj, e ’l furor del suo signor seconda:
Raspa, batte, nitrisce, e si raggira,
232Gonfia le nari, e fumo e foco spira.

XXX.


     Bello in sì bella vista anco è l’orrore:
E di mezzo la tema esce il diletto.
Nè men le trombe orribili e canore
236Sono agli orecchj lieto e fero oggetto.
Pur il campo fedel, benchè minore,
Par di suon più mirabile, e d’aspetto.
E canta in più guerriero e chiaro carme
240Ogni sua tromba: e maggior luce han l’arme.

XXXI.


     Fer le trombe Cristiane il primo invito:
Risposer l’altre, ed accettar la guerra.
S’inginocchiaro i Franchi, e riverito
244Da lor fu il Cielo: indi baciar la terra.
Decresce in mezzo il campo: ecco è sparito:
L’un con l’altro nemico omai si serra.
Già fera zuffa è nelle corna: e innanti
248Spingonsi già con lor battaglia i fanti.