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CANTO SECONDO. 59

LXXVII.


     Doppia vittoria a te, Signor, bisogna,
S’hai dell’impresa a riportar l’onore.
Una perdita sola, alta vergogna
612Può cagionarti, e danno anco maggiore;
Ch’ove la nostra armata in rotta pogna
La tua; quì poi di fame il campo more:
E se tu sei perdente, indarno poi
616Saran vittoriosi i legni tuoi.

LXXVIII.


     Ora se in tale stato anco rifiuti
Col gran Re dell’Egitto e pace e tregua
(Diasi licenza al ver) l’altre virtuti,
620Questo consiglio tuo non bene adegua.
Ma voglia il Ciel che ’l tuo pensier si muti,
S’a guerra è volto, e che ’l contrario segua;
Sicchè l’Asia respiri omai dai lutti,
624E goda tu della vittoria i frutti.

LXXIX.


     Nè voi, che del periglio e degli affanni,
E della gloria a lui sete consorti,
Il favor di fortuna or tanto inganni,
628Che nove guerre a provocar v’esorti.
Ma, qual nocchier che dai marini inganni
Ridutti ha i legni ai desiati porti,
Raccor dovreste omai le sparse vele,
632Nè fidarvi di nuovo al mar crudele.