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Spargere a larga man sui campi esausti.
120Così la terra variando i semi
Vigor non perde, e in non arato campo
Con larga usura anch’ei l’ozio compensa.

     Spesso ancora giovò mettere il foco
Nelle campagne sterili, e con lenta
125Scoppiante fiamma incenerir le stoppie.
O perchè quindi occulta forza, e pingue
Tragge alimento il suolo, e in lui dal foco
Ogni vizio consumasi, e trasuda
L’inutile vapor, o perchè forse
130Nuove vie quel calore apre, e dilata
I meati reconditi, per cui
L’umor si filtri a le novelle erbette;
O perchè invece più l’indura, e i pori
Aperti chiude, onde gelata pioggia,
135Nè cocente di sol raggio, o di borea
L’acuto il bruci penetrabil fiato.

     Nè poco giova al suo poder colui,
E non invan dal ciel Cerere il mira,
Che coi rastrelli le ozïose glebe
140Spezza, e sopra vi trae l’erpice; o i dorsi
Più rilevati, che l’aprir dei solchi
Formò da prima, con obbliquo aratro