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Dell’Idrografia, ossia della circolazione, ecc. 59

è portata via dall’acqua, il processo d’ossidazione e di decomposizione si estende successivamente agli strati più interni, finchè tutta la massa sia ugualmente ossidata, decomposta e spostata dalle acque.

134. Un terzo agente distruttore delle rocce è il gelo. Voi ne conoscete gli effetti. Sapete, per esempio, che durante l’inverno, se il freddo fa bene la sua parte, crepano i tubi pieni d’acqua e si spaccano da cima a fondo le brocche. Nessuna meraviglia di ciò, mentre sappiamo che l’acqua si dilata, cioè, aumenta di volume congelandosi; sicchè il ghiaccio, non potendo più capire entro lo spazio che occupava il liquido dapprima, urta, con forza meravigliosa, contro le pareti interne dell’ambiente, e le spezza (Prime nozioni di Fisica, § 61).

135. Avete appreso testè a conoscere con quanta facilità l’acqua, cadendo dalle nubi, filtri attraverso al suolo. Anche le rocce più compatte sono più o meno porose, e contengono una certa quantità d’acqua. Ogni poro è come un piccolo vaso pieno d’acqua, la quale, congelandosi nel rigido inverno, è capace di spezzarlo. Così la roccia è minata quasi da altrettante piccole bombe, quanti sono i pori o le crepature che contengono acqua, e basta una notte di gelo perchè una roccia qualunque sia ridotta in piccoli frantumi.

136. Sono curiosi a vedersi gli effetti che, per questa via, produce il gelo alla superficie del suolo, dove è più frequente. Percorrendo una via quando avviene il disgelo, vedrete come le piccole pietre si mostrano spinte un poco in su, e la superficie della via è coperta d’uno strato di fina fanghiglia. Il gelo ha separato fra loro i grani di sabbia e di marna, e fattone un impasto come di una malta. Questa operazione del gelo non è di poco servigio all’agricoltore, il quale trovasi così smi-