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I CAPRICCI DEL BOTTAIO

o utile che si truova in loro; oltre a che, essi non sono, o non appariscono sempre buoni, ma quando sí e quando no, secondo che altri ne ha di bisogno. E sebene tal volta, per la maravigliosa unione con la quale ella si truova legata al corpo, sviata da i sensi di quello, corre dietro 5 a questi beni mondani, avviene a lei come a quel peregrino del quale scrive Dante, che, cambiando per un nuovo e da lui non mai fatto camino, ogni casa che da lungi vede crede che lo albergo sia; dove dipoi giunto, e trovando ciò non esser vero, a l’altre gli occhi indirizza, per insino a tanto che al vero albergo perviene: cosí ancora ella, entrata nel camin io di questa nostra vita, in ciò che di bene ha apparenzia, subitamente si crede avere a trovare il suo contento. Ma dipoi che ella ha conseguito quello, non lo ritrovando vero, dirizza i suoi pensieri ad un altro, per insino a tanto che ella arrivi al suo perfetto e vero fine. Da questa diversitá e di natura e di fini nasce la varietá delle operazioni umane. Da 15 questa procede la insaziabilitá de gli uomini, e che nessuno si contenta della sorte sua, ma ciascheduno loda solamente quello ch’egli non ha. Di qui sono causati in noi tanti diversi concetti, e tanti vani pensieri, come può ben conoscere in sé ciascuno quando, standosi talvolta in ozio, pensa e discorre seco stesso, facendo mille ghiribizzi e mille castelli 20 in aria. La moltitudine e varietá de’ quali è tale e tanta, che, se noi potessimo vedergli, io non dubito punto che, oltre al diletto e il piacere che noi ne aremmo (il quale sarebbe oltr’a modo maraviglioso), ne caveremmo ancora utilitá non piccola, come potrá conoscere certamente ciascuno di voi, leggendo i presenti ragionamenti; i quali non sono altro che 25 alcuni ghiribizzi che faceva seco stesso un certo Giusto bottaio da San Pier Maggiore, che mori circa due anni sono, uomo certamente molto naturale, e che, se bene non aveva lettere, era di tanta esperienzia, per essere molto vecchio, che aveva assai ragionevole giudizio. E perché egli aveva in costume favellare spesso da sé medesimo, come hanno 30 ancora molti altri, avvenne che un Ser Bindo notaio suo nipote, dormendo in una camera a canto a lui, tramezzata solamente da un semplice assito, e sentendolo qualche volta favellare seco stesso, e fare le due voci, come quello che aveva mezzo perduto il sonno per la vecchiezza, e troppo fissi nel capo i suoi ghiribizzi; sentendolo, dico, tal volta il 35 nipote, e piacendogli la novella, dehberò di raccòrre il tutto. E cominciato per questo ad osservarlo, e udirlo, scrisse finalmente ciò che egli aveva sentito, introducendo Giusto e l’Anima sua a parlare insieme, come aperto vederete ne’ seguenti ragionamenti; i quali essendogli stati copiati ascosamente, e venutimi alle mani con altre sue cosette, e 40 parendomi molto vani, e da cavarne, oltra al diletto, utilitá non piccola.