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GAZZETTA MUSICALE

N. 15

DOMENICA
10 aprile 1842.

DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia classica musicale.
La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. pour ainsi dire. parlantes, exprimè toutes les passions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, soumet la nature entière à ses savantes imitations, et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir.

J. J. Rousseau.

Il prezzo dell’associazione annua alla Gazzetta e all’Antologia classica musicale è di Aust. lire. 24 anticipate. Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione postale della sola Gazzetta per l’interno della Monarchia e per l’estero fino a confini è stabilita ad annue lire 4. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto.

STUDJ BIOGRAFICI. CHERUBINI. pochi compositori di 111115 sica ebbero a compire una carenerà sì onorevole e dignitosa peonie quella illustrata dal granile maestro, la cui perdita è ora lamentala dall’intera Europa. Negli ultimi quattro lustri del secolo passato, e negli otto del presente, il nome di Cherubini si udì sempre pronunziato dovunque con rispetto, e tutti gli artisti di qualsiasi scuola riguardarono le sue opere quale tipo del bello musicale, perchè fa purezza e la classica perfezione delle medesime le faceva distinte da quelle concepite dietro le forme predilette dalla moda e per assecondare il capriccioso gusto del pubblico. Rossini, Meyerbeer, Auber. questi rappresentanti della maniera italiana. tedesca e mista, o francese, inchinavansi del pari a questo illustre nome, all’uomo celebre le cui opere furono da essi studiate, a colui che avendoli preceduti nella carriera, additava forse da lungi le orme che ei doveano seguire. Lo stile di Cherubini, meno italiano di quello di Mozart (e perciò da qualche critico del secolo scorso tacciato di poco melodico) e più puro di quello di Beethoven, è quasi una ripristinazione dell’antica scuola d’Italia arriccilita delle scoperte dell armonia moderna. Io credo, cosi prosiegui Adam nella sua necrologia, che se Paleslrina avesse vissuto alla nostra epoca, sarebbe stato Cherubini^ in lui la stessa purezza, la medesima sobrietà di mezzi, lo stesso risultato otténuto con cause quasi misteriose: giacché all’occhio la loro musica ofi’re molte combinazioni delle quali non è possibile indovinare l’effetto, se prima l’esecuzione non le rivela all’orecchio. Però, diversamente da que’ maestri, ai quali è dovuta una grande rivoluzione nell’arte. Cherubini non ha segnata una compiuta trasformazione di stile. Contemporaneo di Ilaydn.Mozart, Cimarosa Beethoven. Rossini,sembrò ch’ei fosse posto fra questi genj. quale un moderatore, il cui savio e fermo giudizio servir dovesse a tener sulle guardie tutti i satelliti di que’ luminosi pianeti contro il traviamento dell’idealismo. Egli rappresentò in certo modo la ragione posta vicino all immaginativa onde guidarne gli slanci, e reprimere le smodate licenze. In forza del sistema preciso e quasi matematico seguito di preferenza da Cherubini, della sua propensione a sviluppare le idee con un’accurata e larga fattura, e della sua renitenza a sottomettersi alle esigenze del momento, le composizioni di lui invecchieranno più tardi di molte di altri autori. accolte al primo lor comparire fra gli esultanti clamori del pubblico. Confrontate infatti le prime opere di Mozart con quelle di Cherubini, composte press a poco nell’istessa epoca ( essendo nati i due sommi maestri a quattro anni di distanza l’uno dall’altro), e rimarrete sorpresi scorgendo che alcuni passi di Mozart vi parranno diventati vecchi, laddove negli sparliti di Cherubini nulla troverete che vi accenni il tempo in cui furono composti. Pertanto non deve recar meraviglia se con una tale austerità di forine, Cherubini non ottenne sul teatro un successo veramente popolare se non colle Due Gioì nate. Diremmo quasi ch’ei disdegnasse gli applausi de’ suoi contemporanei. per aver miglior diritto ad essere ricompensato delle dotte sue fatiche coll’ammirazione de posteri. Cherubini ( Maria-Luigi-Carlo-ZenobioSalvatore) nacque a Firenze il giorno otto settembre 47GO. All’età di sei anni cominciò ad apprendere i primi elementi della musica, ed a quella di nove applicossi alla composizione sotto Bartolomeo ed Alessandro Felici: più tardi passò sotto la direzione di Pietro Bizzarri e di Giuseppe Castracci, e tutti questi oscuri maestri devono al chiarissimo allievo se il loro nome non cadde nell obblio. Nel 1773, prima di toccare il tredicesimo anno, fece eseguire a Firenze una messa solenne ed un intermezzo di sua composizione, a cui tennero dietro non pochi altri lavori di musica sacra ed alcune cantate. Il pubblico accolse con distinto favore que’ precoci frutti di un notevole ingegno, ed il Gran Duca di Toscana, il munifico Leopoldo II, lo accolse sotto la speciale sua protezione e verso il 1778 gli accordò una pensione, onde si recasse a Bologna a compir l’educazione musicale sotto il celebre Sarti. Ivi quattro anni d indefessi studi svilupparono il suo talento e gli diedero quella convinzione profonda dell’arte, quel superiore dominio del contrappunto e quel sentimento delicato delle varie bellezze di stile che no tarisi in tutte le opere ch’ebbe a comporre. Non guari andò ch’ei venne a sussidio del suo maestro il quale da sé solo non poteva bastare al disimpegno delle commissioni che gli giugnevano da tutte le parti; e compose molti pezzi che il Sarti, poiché li ebbe corretti, non si fece scrupolo di attribuirsi, tanto che furono applauditi sotto il suo nome, segnatamente nell Achille in Scino, nel Giulio Sabino e nel Si/ve. Nell istesso tempo e prima di abbandonare definitivamente la scuola di Sarti, il giovane artista cominciò a comporre e ad aver fortuna per proprio conto, producendo nel 1780 ad Alessandria il Quinto Fabio, e nel 1782 a Firenze Vi muda ed il Messenzio, ed a Livorno l’Adriano in Siria. Nel seguente anno rifece sotto nuova forma il Quinto Fabio, ove produsse anche Lo Sposo di tre donne; poscia ritornato a Firenze nel principio del 1784, a | quel teatro colse plausi coll Lialide, recessi quindi a Mantova per dare alle scene YAlessandro nelle Indie. L’esito di queste Opere gli procacciò di esser chiamalo a Londra verso il finir del1 istesso anno. Ivi ebbe il titolo di compopositore pel teatro del Re, poi di direttore della società filarmonica, e s’acquistò non volgar lode componendo la Finta Principessa. un Godio Sabino che questa volta era per intiero di sua fattura e fu cantato da Cr escentini ellabini; ed alcuni pezzi nuovi introdotti nelle vecchie partiture di altri compositori. Nel 1780. da Londra nel mese di luglio si trasferì aParigi, ove stretta amicizia con Viotti. il violinista riformatore, questi introdottolo nelle migliori società tra le quali veniva con entusiasmo festeggiato, lo lece decidere a fermarvi dimora. Cherubini non tardò molto a cattivarsi i suffragi di tutte le distinte persone di quella capitale, e venne ben anco presentato alla Regina. Da quell’epoca in poi egli appartenne alla Francia. E non di meno nel )788 fece un viaggio di breve durata in Italia, che non dovea più rivedere. e nel passare per Torino diresse le prove della sua Ifigenia in À alide., alla ([naie arrise prospera sorte principalmente per un bellissimo terzetto che anche a" di nostri si eseguisce nelle Accademie e si ammira dagli intelligenti. Di ritorno a Parigi, Marmontel gli affidò un suo poema drammatico, cioè quanto avvi al mondo di meno poetico; e Demojoonte (che non è da confondersi coll’altro messo in musica da Yogel), frutto della sua associazione con quell’uomo di lettere, venne rappresentato il 2 dicembre dell’istesso anno al teatro dell’Opera, e non piacque. Ciò non pertanto le maschie bellezze di quello spartito diedero argomento ai conoscitori di presentire quanto era da ripromettersi dall autore in quel genere grandioso e severo. e qual lustro egli avrebbe col tempo o arrecato alle scene francesi. Molte cause contribuirono alla infelice riuscita del primo saggio di una maniera di composizione nella quale Cherubini accennava di voler! ili 1 lidi CALE. B Bl£S£E£Cft trattato A. 2 e 4. ) di questo iiva classificali est o quadro assi, ordini, nti processi: mente da cai3 come p. e., ggiero imhaguDiio anche ali, i primi ’ intero quaecoridi, conmbij tinniti? n Gii; e ijji.ee.,!ogiadi tu tip* ’ raggi acute l’organo licienza oriandamento vi nascono ne; la quale Materia conseconda ef’iti razioni e de’ Normali» tiene i prom mafine )3 ‘ conduttori quelli che ieri o indiambidue V, nposfi confici co’ procinti ne riità reale o lementari, ali, comoda: gei nomai, naie si ha eco melos, 3 per concai, pac della vola parola, ■ivi pròveabile non de’ protoasse, ma impressa considerile passa i una colfiozza dei 1l’aria e Ila cera; una pinna gleba, nidità di ’ e interpropor- • Considal Iato che progruppi, a. L A. ividui di sottova, eguale, dentiche lenergei ìetà diio ajuto natura) ima va3varietà.sso ). E. lo). masse pra un ’ psofoi ni euro poregual sconti > alla detto