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Ad Elena.
T’ho veduta una volta, una, una sola,
anni son, non rammento ben più quanti,
ma non molti, e quell’ore, quegl’istanti
non mi sono al pensier più che una fola.
Fu una notte di luglio, e dalla luna
piena, che, come l’animo tuo anelo,
si cercava una via traverso il cielo,
cadea, nel sogno e nel mister, com’una
fascia di seta diafana, d’argento,
sui volti aperti e attoniti di mille
e mille rose, in linea, tranquille
in un giardino magico, ove il vento
non osava passar che sulle punte
de’ pie’: cadea sul volto delle rose
che esalavan le loro alme odorose,
in cambio di que’ rai, quasi consunte