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designati i Condottieri, istruiti i Capi-popolo dei paesi interessati a favorire la nuova irruzione nel territorio lombardo, allo scopo di suscitarlo a rivolta, furono dal Comitato dell’emigrazione prescritti i punti di partenza di tre colonne destinate all’azione. Il Governo del Canton Ticino, per ispirito patriottico e liberale, facendo lo gnorri, assecondava tacitamente l’impresa.

Il primo manipolo fu affidato al colonnello Medici che, glorioso avanzo dell’eroica resistenza dell’agosto, aveva saputo, in quel mese di fremente tregua, sempre più conquistarsi la devozione e l’affetto dei migliori, in gran parte già suoi seguaci.

Avuti ordini ed istruzioni di prendere alla chetichella le mosse da Bellinzona, vi si recò la notte dal 28 al 29 ottobre e aggiunti i seco lui venuti ai già accasermati nel Castello omonimo, si trovò forte di circa 250 uomini, ben volenti ed ambiziosi di dovunque seguirlo. Partiti da Bellinzona prima dell’alba, camminarono tutto il susseguente giorno, col proposito di portarsi sulla cima del San Iorio, che raggiunsero sul tramonto.

Ma la stella d’Italia, già da varî mesi oscuratasi, li perseguitò nel lungo tragitto con tempo burrascoso, indemoniato, con inperversare di pioggia e di vento; tal che arrivando alla prefissa meta madidi, trafelati dalla stanchezza, circondati da neve anzi tempo caduta, molti n’ebbero le membra così intirizzite, da non poter più reggere ad ulteriore marcia. Tre di essi, vittime del gelo, vi rimasero cadaveri. Lo scultore Biella a stento si riebbe da consimile attacco alle piante.

In tali lagrimevoli condizioni, una miseranda notte fu dalla stanca colonna trascorsa in ansiosa aspettativa dell’alba. La mattina il condottiero Medici, rilevata la miseria d’abbigliamento e di calzatura a cui erano già ridotti i suoi militi dalla durata dell’aspro cammino, fece scendere a Dongo il pittore De-Albertis, scortato da un drappello dei migliori, con ingiunzione di reclutare in paese provvigioni di ogni genere e natura. Ma la scarsità del loro numero incoraggiò quei montanari al rifiuto anche del più necessario.

Ritornato al quartiere colla più palmare prova negativa,