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capitolo trentesimoprimo. 105

il 15 giugno 1842. Il vento era favorevole al nemico in quel giorno, ma poco, ed abbisognava egli pure di tonneggi per venire avanti seguendo la sponda sinistra del fiume. La destra era impraticabile a legni grandi per bassi fondi. Siccome noi dominavamo la sinistra sponda, sulla quale appoggiavamo il fianco sinistro della nostra linea, si sbarcarono parte degli equipaggi e truppa di marina, non necessari a bordo, per disputare palmo a palmo il tonneggio a cui era obbligato il nemico. I nostri di terra si batterono valorosamente in quel conflitto e ritardarono di molto il progresso del nemico; ma questi avendo sbarcato sulla stessa sponda cinquecento uomini di fanteria, la superiorità del numero prevalse e furono obbligati i nostri a ripiegarsi sotto la protezione della flottiglia. Il maggiore Fedro Rodriguez, che comandava la forza nostra di sbarco, pugnò in quel giorno con tutta la perizia e il valore immaginabili. Egli collocò gli antiposti verso sera sulla costa, e così si rimase tutta la notte preparandosi da ambe le parti al combattimento per il giorno seguente.

Il sole del giorno 16 non s’era alzato ancora che il nemico principiava il suo cannoneggiamento su di noi con tutte le forze che aveva potute collocare al fronte durante la notte. Io avrei desiderato si fosse il nemico maggiormente avvicinato, poiché solo i nostri pezzi del centro erano di lunga portata e capaci di danneggiarlo; il resto, ed eran la maggior parte, eran pezzi corti ed incapaci di raggiungerlo alla distanza in cui s’era tenuto, e si lasciavano quindi inoperosi. Il vecchio ammiraglio inglese conosceva benissimo la portata delle nostre artiglierie e l’inferiorità marcata che avevano a paragone delle sue. Egli peciò sacrificando lo spettacolo brillante d’un combattimento a mitraglia e corpo a corpo, si attenne al sodo profittando della superiorità di portata de’ suoi cannoni e rimase perciò a grande distanza, ciò che a noi era poco conveniente.

Si combattè senza interruzione sino a notte chiusa e da ambe le parti col maggiore accanimento. La prima