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capitolo lviii 353


questo foglio. Sì, consolati! e rialza la maestosa tua fronte con orgoglio!

Nullo, Chiassi, Mameli, Cozzo, i Cairoli, Pisacane, Fabrizi, Ferraris, Calvi, Masina, Cottabene, Montanelli, Elia1, e tanti altri figli tuoi, che diedero la gloriosa vita per il tuo riscatto, a nessun popolo della terra è dato di generarli migliori!

Dai suoi esploratori, Chiassi, senza sapere chi fossero, seppe esservi gente nostra che si batteva verso Venafro, ed uscì immediatamente per proteggerla. — Ma avvisato tardi, ei giunse al principio della notte, a distanza di poter udire le ultime scariche. Non partecipò al conflitto, ma prendendo la retroguardia delle reliquie dei trecento, coll’imponenza della sua apparizione, trattenne il battaglione di cacciatori borbonici dall’inseguire i nostri e molestarli.

La riunione dei fratelli Romani, e dell’esercito meridionale, in cui militavano giovani d’ogni parte della penisola, fu proprio commovente! Si fecero avanzare quanti veicoli fu possibile rinvenire in Tora e nelle vicinanze, e vi si adagiarono nel miglior modo i feriti.

Chiassi, dopo d’avere inviato le sue disposizioni in paese, continuò a fare la retroguardia alla decimata e stanca colonna degli amici. La marcia perciò non fu più molestata, verso mezzanotte tutta la forza fu accomodata dentro al paese, e

  1. Lombardo caduto a Condino: valoroso e modesto come Chiassi.