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quelle che danno i più famigerati briganti, di cui il clero dispone assolutamente.

Tra quelle orribili gole, ove capitolava e passava sotto le forche Caudine l’esercito Romano, e fra codeste bellicose popolazioni internavasi il gesuita, come se volesse nascondersi da tante vergogne, e sicuro di trovar pascolo alle infernali sue disposizioni.

Il perverso avea più d’un incentivo nella sua impresa. Egli serviva la causa a cui avea dedita la sua scellerata esistenza, ed abbiam veduto in che modo, ma più di ciò egli era solleticato dalla speranza di potersi vendicare dei rapitori delle sue donne; — per cui egli sentiva qualche cosa dentro che non sapeva spiegarsi, ma qualche cosa che lo attraeva e lo spingeva irrevocabilmente verso quelle sue vittime.

Nelle sue peregrinazioni reazionarie, l’astuto settario di Loiola non avea mancato di occuparsi della marcia dei fuggenti da Roma e per mezzo d’agenti sicuri egli avea seminato d’insidie e d’ostacoli il cammino dei nostri cari.

L’Italia, nella cieca noncuranza in cui si dondola, non si capacita di ciò che ponno i preti nelle campagne. Non esiste il benchè minimo villaggio ove risiede un prete, che non sia un focolare di reazione, una scuola d’ignoranza e di tradimenti alla patria.

Che lasci l’Italia i preti come sono oggi (1871) e che tenti di sostenere una guerra contro lo straniero, ed essa vedrà ciò che le succede con