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CAPITOLO XXXI.

LA DITTATURA ONESTA.

Non ciarle, ma fatti.

(Autore conosciuto).


Vi sono molti birbanti del mondo, massime tra i popoli ove domina la corruzione del prete e della tirannide. — Ivi si perviene ai gradi, agli onori, all’agiato vivere, a forza di bassezze, di umiliazioni e di servilismo; quindi l’onestà non è merito, ma lo è l’adulazione e la flessibilità della schiena e della coscienza.

Fra codesti birbanti, alcuni onesti, o sono impercettibili nella folla, o sono tenuti in diffidenza per lo scetticismo che invade le moltitudini sì sovente ingannate. — Eppure io conosco degli onesti che potrebbero migliorare la condizione umana, se non vi fossero tanti pregiudizii e tante dottrine. — Ma come si deve aver fede in cinquecento individui, la maggior parte dottori1 e la maggior parte venali, uomini che vengono


  1. Non si creda che io sia sistematicamente nemico dei dottori (non teologi, che credo impostori), anzi io conto molti dottori tra i miei amici, ma essi han fatto prova sinora tanto cattiva nei governi e nei parlamenti da far disperare di loro.