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il mendico 43


«Beviamo un bicchiere d’Orvieto, compagni. che val più d’una benedizione del Santo Padre, in questa notte d’inverno,» e presentava così dicendo un calice del benefico liquore ai due amici.

«L’han dunque condotto qui Manlio?» chiese Attilio appena libato il primo sorso.

«Qui, siccome ti ho avvertito,» riprese Dentato il sergente dei dragoni; «fu la scorsa notte verso le undici, e lo hanno rinchiuso in una segreta come fosse un gran delinquente. — Dicono però che presto lo trasporteranno in castel S. Angelo, essendo queste prigioni soltanto di transito.»

«E si sa per ordine di chi sia stato arrestato? riprese Attilio.

«Eh! per ordine del favorito, del cardinale ministro, — si dice e si aggiunge,» continuò il militare; «che Sua Eminenza voglia stendere la mano potente non solo sul padre, ma anche sulla figlia, — la perla di Trastevere.»

Un movimento convulsivo di rabbia agitò Attilio alle ultime parole del sergente e:

«A che ora tenteremo di liberarlo?» chiese con visibile impazienza.

«Liberarlo! ma siamo in pochi per riuscire davvero,» rispose Dentato.