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cairoli coi settanta compagni. 425


vecchi amici Attilio, Muzio, Orazio, ecc., erano al loro posto per capitanare la gioventù romana.

Invano la sbirraglia pretina si travagliava a scoprire i congiurati — arrestare a destra e sinistra — chiunque potesse darle il minimo sospetto. — Invano! Roma era gremita di generosi — pronti a spendere la loro vita per la sua liberazione; — e i settanta trascinati dalla corrente del Tevere — gonfio dalle pioggie — si avanzavano velocemente in soccorso dei fratelli. —

All’ombra del monte S. Giuliano approdarono i valorosi — sulla mezzanotte tra il ventidue e il ventitrè Ottobre 1867.

«Alle quattro a. m. (23) si dovrà marciare su Roma» disse il prode dei prodi — Enrico Cairoli — ai suoi eroici compagni.

«In questo casino della Gloria1 riposeremo le membra stanche — aspettando le relazioni dei nostri di dentro — per assaltare simultaneamente i nemici. —

«Intanto sento il dovere di ricordarvi che l’impresa è difficile — quindi degna di voi. — Se alcuno però — piagato nei piedi — o indisposto — non si sentisse di seguirci

  1. Era il nome del Casino sul monte S. Giuliano e che venne occupato dai settanta.