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di tiratori — l’altra metà tenne in colonna ed ordinò alle trombe la carica.

Orazio co’ suoi giovani Romani, avrebbe potuto scansare il combattimento scendendo colla sua gente giù pe’ sotterranei. — Ma sdegnando una ritirata prima di misurarsi coi mercenarj della Corte papale — fu deciso di tener fermo. — Perciò si costrinsero prontamente delle barricate — a tutte le porte del Castello si aprirono feritoje, ed infine si tenne pronta ogni cosa per la difesa.

L’ordine dato da Orazio alla sua gente era di non tirare da lontano — aspettare il nemico a bruciapelo ed allora dovesse ciascuno col suo tiro abbattere il suo uomo. — E così si fece. — Gli assalitori avanzavano con passo ardito verso il castello, e già la catena di tiratori era giunta a toccare quasi il peristilio dell’edificio, — quando una scarica generale di quei di dentro distese sul terreno tanti papalini — quanti furono i tiri. — Quell’improvvisa scarica scosse alquanto i primi arrivati — vi furono alcuni che vedendo i compagni caduti — volgevano indietro per fuggire — ma il Principe, alla testa della sua colonna, veniva sui talloni dei tiratori — e giunse infatti al castello poco dopo loro.

Orazio, da capitano avveduto — avea fatto