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CAPO PRIMO

dimostrazione della natura della moneta
e della sua utilità

Necessitá d’un commercio tra gli uomini e sua definizione — Idea d’una repubblica che vive in vita comune, che è di tutti i commerci il piú perfetto — Riparo di vari inconvenienti — Il nostro stato presente è di vita comune, e gl’inconvenienti sono riparati tutti dalla moneta — Che cosa siensi i tributi — Conclusione.

La necessitá del commercio al sostentamento della vita ed all’acquisto della terrena felicitá è cosa troppo conosciuta; essendo il commercio figliuolo del bisogno scambievole che ha ciascuno, e potendosi definire: una comunicazione, che gli uomini fanno tra loro delle proprie fatiche per riparare alle comuni necessitá. Tutto quel, che giova al commercio, è perciò utilissimo anch’egli. Or niente è piú evidente, quanto l’incommodo dell’antico e primo costume di commerciare con baratto di cose a cose. Perché è troppo malaggevole sapere a chi la cosa a me soverchia manchi, o chi possegga la mancante a me; né tutte le cose si possono trasportare, né per lungo tempo serbare, né pareggiare o dividere secondo forse richiede il presente o il comune bisogno. A voler dunque riparar questo incommodo, io pensai se si potesse vivere in comune; poiché, essendo per esperienza noto che le piccole societá, quali sono molti ordini religiosi, felicemente e meglio degli altri vivono in comunanza, mi pareva che anche i corpi grandi e le cittá e i regni potessero in comune vivere beatamente. Ed io trovai che non si può in questi, che non sono ripieni di gente scelta e virtuosa,