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del guado. 93


foglie entro un anno, nell’Europa non potrà ottenersene che un solo.

Nella Repubblica di Venezuela (America) l’indaco si coltiva di preferenza nelle terre sciolte e sabbiose, ma che siano suscettibili d’irrigazione, senza della quale la coltivazione dell’indaco è assolutamente impossibile o di nessun profitto, qualora non cadano frequenti ed abbondanti pioggie. Si semina in linea, dopo d’aver concimato e lavorato il terreno, in buchi profondi 0m,05 e distanti fra loro 0m,65: in ciascun buco si lascia cadere un pizzico di semi, che poi si ricopre con un pizzico di terra. La semina si fa in terreno irrigato previamente, od al tempo delle prime piogge. Le sementi spuntano in sei o sette giorni, e dopo 25 giorni circa si eseguisce una prima sarchiatura, e la si ripete appena che si mostrino altre erbe, poichè la buona qualità del prodotto dipende moltissimo dal tagliare l’indaco scevro d’altre erbe, le quali comunicano delle tinte eterogenee alla materia colorante che si vuol estrarre dall’indaco. Il primo taglio vien fatto a 3 o 4 centimetri sopra terra all’epoca della fioritura delle piante, quando le foglie prendono un color rosso oscuro brillante, e che si rivestono d’una peluria molle e vellutata, la quale, sotto certe inflessioni dalla luce, dà loro un colore argenteo. Di solito passano cinquanta o sessanta giorni fra la semina ed il primo taglio. Il secondo taglio si fa quarantacinque o cinquanta giorni dopo il primo, e così di seguito finche la pianta deperisce. Nei terreni buoni la coltura dell’indaco può durare due anni, e negli inferiori un solo anno.

La coltivazione dell’indaco fu tentata varie volte nella Spagna, nell’Italia e nella Francia meridionale, ma, come già si è detto, questa coltivazione potrebbe a stenti essere conveniente in confronto di molte altre, e perchè esigendo l’irrigazione, ove questa e possibile, sonvi molte altre coltivazioni maggiormente lucrose.

del guado.

§ 839. Il guado o pastello (isatis tinctoria) era coltivato in Italia per ritrarre il color turchino, finche dall’America ci arrivò l’indaco: ora forse non è coltivato che nella campagna di Rieti. Questa pianta ama un terreno profondo, piuttosto sciolto che tenace, e soffre assai nei terreni umidi. Anche la qualità del concime influisce sulla materia colorante,