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delle aranciere. 319

Spagna e nel Portogallo varia da 16 a 35 mila franchi all’anno, non dedotte le spese, che però non sono molte, non essendo necessaria la copertura jemale.

L’arancio, il cedro ed il bergamotto, oltre ai frutti danno un prodotto secondario in fiori e foglie che servono al distillatore. L’arancio dà fiori e foglie; le foglie sono quelle soltanto dei rami che vengono tagliati. I fiori, i quali danno un olio essenziale, si colgono in maggio ed in giugno, ogni due giorni scuotendo fortemente l’albero. La raccolta dei fiori non deve farsi nè subito dopo la pioggia, nè prima che sia affatto scomparsa la rugiada.

§ 966. Le malattie principali degli agrumi sono la gomma, la clorosi o pallor delle foglie, ed altra conosciuta a Nizza sotto il nome di petecchia.

La gomma è causata, come nelle altre piante a nocciolo, dalle intemperie, e più ancora dai rapidi salti di temperatura.

La clorosi spesso è dovuta alla troppa umidità del terreno, trattandosi di coltivazione in piena terra, e vi si rimedia col procurarle uno sfogo, operazione facile se il suolo è pendente.

La petecchia riconosce la sua cagione nelle intemperie e soprattutto nelle nebbie, e nelle forti rugiade, si manifesta per mezzo di macchie gialle dapprincipio e brune in seguito, le quali coprono il frutto e ne alterano perfino la polpa. È un’alterazione della corteccia che dà luogo alla vegetazione d’una muffa. Questo fatto si riscontra frequente nelle aranciere soverchiamente umide.

Fra gl’insetti vi sono due specie di chermes che si fissano sulle foglie o sui rami, assorbendone gli umori. Guastano pure gli agrumi i sorci e le formiche.

Fra le piante parassite vi ha il demathium monophillum, simile ad una polvere nerastra che ricopre quasi ogni parte della pianta: ed il lichene dell’arancio, lichen aurantii, che si presenta come una incrostazione grigio-biancastra. Ambedue queste parassite si mostrano di presenza nelle località umide ed ombreggiate.

La vita degli agrumi ben coltivati sorpassa i cento anni. Quando i rami incominciassero ad intristire si potrebbe tagliarli a 0m,50 dal tronco principale e ricoprir bene le ferite praticate. Importerebbe inoltre il concimare abbondantemente, e smuovere profondamente il terreno.