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dell'albicocco. 211

non comincia a fruttificare se non quando abbia rallentata la vigoria di vegetazione. Nella spalliera invece questa vigoria vien presto moderata dal taglio jemale e soprattutto dal taglio verde; ma quest’artificio medesimo di moderare annualmente la vegetazione, è pur causa che ogni anno la pianta tende a mettere i proprj rami in relazione della quantità delle radici, e per conseguenza a vegetare vigorosamente. Epperò se all’aperto, una volta che da sè stessa col tempo siasi moderata la vegetazione legnosa, la pianta s'arricchisce di gemme da frutto, nella spalliera invece le gemme da legno per la loro tendenza a prendere un rigoglioso sviluppo, chiamano a sè la massima parte dell’umore, a scapito, e talvolta anche a totale deperimento delle gemme da fiore.

Nell’albicocco, i fiori sorgono sui rami da legno dell’anno antecedente, ed anche su certi dardi o rimessiticci, pure dell’anno antecedente, che si allungano ben poco ogni anno, mettendo altri dardi o rimessiticci laterali; e ben di rado veri germogli da legno. Nella spalliera adunque il coltivatore deve aver di mira la conservazione di questi rametti; la quale conservazione però, tende a far sorgere rami succhioni altrove, ed a far allungare di troppo gli altri rami che portano gemme da fiore e da legno.

Infatti, se nelle piante con frutto a nocciuolo, come nel pesco, nell’albicocco e nel pruno, le quali portano frutti soltanto una volta sui rami d’un anno, specialmente quando siano disposte a spalliera, si lasciassero crescere liberamente i rami (fig. 251), avverrebbe che nell’anno seguente non si avrebbe che un prolungamento della parte A, presentandosi come la figura 252; le gemme della parte inferiore andrebbero perdute, ed il ramo continuerebbe ad allungarsi frut-